Al Museo archeologico di Amelia (Terni), c'è un reperto storico che ben rappresenta l'importanza storica e simbolica dell'ulivo anche nel nostro territorio.
Come ben sappiamo, la storia dell’Ulivo e delle civiltà mediterranee si intrecciano da oltre settemila anni.
La coltivazione di questa pianta iniziò nei paesi del Mediterraneo orientale circa cinquemila anni fa divenendo una fra le principali risorse economiche. Con i Fenici, i Micenei, i Greci e i Romani l'olio diventa importante per molti usi quotidiani e l'olivo arriva ad essere una delle principali colture agricole del Mediterraneo. Con la caduta dell'Impero Romano l'olio tornò ad essere un' elemento raro e prezioso, riservato ad usi religiosi o a pochi privilegiati.
Reperti di ogni epoca e paese e citazioni bibliche e di poeti e scrittori del passato come Omero illustrano l'importanza di questo albero nella vita dell'uomo come elemento indispensabile al benessere quotidiano.
Tutto ciò vale anche per il nostro territorio.
Documentazione del reperto presso il Museo Archeologico di Amelia
"Il rilievo, scolpito in marmo a grana piccola, era in origine addossato ad una struttura quadrangolare in muratura, a cui era fissato mediante grappe inserite in incassi ancora visibili sul lato superiore; altre due lastre, ora perdute, dovevano completare il monumento sui lati (come mostrano le protomi di ariete ed i nastri che decorano anche i lati). Poiché è stato rinvenuto riutilizzato in un muro di epoca tarda, si possono formulare solo ipotesi sulla sua originaria destinazione e sul suo originario contesto di appartenenza. Ipotesi basate sulle caratteristiche della sua decorazione, che possono suggerire alcune riflessioni. Agli angoli superiori della lastra sono scolpite teste (protomi) di arieti, come normalmente si osserva su altari a carattere sacro, votivo ed anche funerario, in cui gli animali rappresentano simbolicamente le vittime sacrificali offerte agli dei. La decorazione sulla fronte è costituita da due frondosi rami di ulivo annodati al centro della lastra da un nastro. Sopra è scolpito un elmo di tipo greco (corinzio), decorato da una figura di sfinge e da protomi di ariete. Questa decorazione non possiede un valore puramente ornamentale, poiché questi elementi assumono nel linguaggio artistico di età romano-imperiale molteplici valori simbolici. L'ulivo, albero sempreverde, insieme all'alloro simboleggia il rigoglio e l'eterno rinnovarsi della natura, ma è anche sacro
ad Athena/Minerva. L'elmo corinzio rimanda a divinità guerriere, come la stessa Athena/Minerva ed Ares/Marte. Il programma decorativo, le dimensioni e le caratteristiche tecniche della lastra possono far pensare che il rilievo possedesse una funzione sacrale, rivestimento di una struttura dedicata agli dei come un altare, benché non si possa escludere una destinazione funeraria, su un monumento che richiamava la tipologia delle are. E' databile nella prima età imperiale (prima metà del secolo d.C.) ed è stata scolpita con grande perizia e sensibilità come mostra la raffinata resa delle foglie e degli altri elementi naturalistici."
(rif. Museo Archeologico di Amelia)